"Ai ragazzi dico: è un porto da cui salpare"
Ho sostenuto l'esame di maturità nel 1993. Maturità scientifica al Liceo Belfiore di Mantova, sede staccata di Asola. Era per me il compimento di un percorso scolastico in cui avevo investito davvero tutta me stessa. Ricordo le lunghe giornate estive a studiare letteratura italiana e inglese, ricordo gli esercizi di matematica nei quali mi immergevo con passione ogni giorno per mantenermi allenata. Ma ricordo anche la paura dell'errore, del fallimento, dei commissari esterni.
La vita era ad una svolta e ne sentivo la portata. Poi gli esami sono arrivati. Lo scritto di italiano non previsto, quello di matematica svolto con il massimo della cura perchè avevo deciso che la matematica sarebbe stata la mia scelta di vita. E poi il giorno dopo. La soddisfazione per l'esito ma ancora di più i tanti giorni dopo. Quando si affontano gli esami di maturità l'ho imparato da docente universitaria, nella paura del giudizio si nasconde anche tutta la tensione per la vita che si apre davanti e che ancora rimane sconosciuta.
Se potessi dare un consiglio ai tanti studenti che nei prossimi giorni affronteranno gli esami è proprio questo: vivete quelle giornate per fare il punto della strada, di quelle che avete vissuto. Ma non pensate che quell'esame potrà esaurire tutta la grandezza e la bellezza di quegli anni di vita che la scuola vi ha regalato. Affrontatelo con serietà e serenità. Senza sconti, ma anche mantenendo il gusto del futuro che vi attende.
Non è solo un punto di arrivo. È il porto da cui salpare. Non abbiate paura degli errori, rifuggite la superficialità e non arrendetevi mai al senso del "è tutto fatto". La vita va scoperta e vissuta e sta a voi farlo.