Bonetti, la sfida del terzo Polo «Siamo l'unica novità della politica»
Elena Bonetti (mantovana, 1974, di mestiere matematica) è cresciuta a pane e fede, e non solo per il suo ruolo chiave nell`Agesci. Renziana di ferro, lo ha seguito dal Pd alla scissione di Iv. Dal 2021 (governi Conte II e poi Draghi), è ministra per le Pari opportunità e la famiglia.
Ministra, perché candidarsi in una situazione così difficile?
«Per la volontà di portare avanti l`esperienza di un governo di cui ho avuto l`onore di far parte. Un lavoro non concluso, però. Le tante riforme che abbiamo portato a casa, dal Family Act alle leggi contro la violenza sulle donne, vanno attuate nella prossima legislatura. Mi candido per dare rappresentanza politica al mondo femminile, specialmente a quello delle giovani donne».
La sfida del collegio di Roma 1 è impossibile...
«Nessuna sfida è impossibile. La politica insegna a rendere possibili cose nuove e coraggiose. Ci ho messo la faccia e non ho paura. Accanto alla leadership di Carlo (Calenda si candida a Roma 1 Senato, la Bonetti a Roma 1 Camera, ndr.) nel Terzo polo ci sono molte donne. Roma merita una risposta e Calenda alle Comunali prese il 20%».
Al momento il Terzo polo nel sondaggi sta intorno al 6%, se va bene.
«Siamo l`unica novità della campagna elettorale. Un percorso nuovo cui dare continuità dopo il voto. Vedo i tentativi di iperpolarizzare, ma sono obsoleti, superati, ideologici. I due poli hanno bloccato il nostro Paese per decenni. Il nostro "fare" politica è determinato, concreto. Tutti noi ci candidiamo per dare continuità all`agenda Draghi e al suo metodo di governo contro chi lo ha rinnegato e contro chi lo ha fatto cadere».
Salvini ha fatto imbufalire la Cei con il "Credo". Lei Il conosce bene i cattolici. Come voteranno?
«lo ho imparato, dal mondo cattolico, che la politica è guardare ai bisogni e alla dignità delle persone, costruendo nel Paese legami di comunità. Chi, da cattolico, entra in politica, sa che la politica chiede profondità di coscienza nel decidere. Fare comunità è unire e far crescere, non dividere con ideologismi. Una politica che ideologizza perde la sua anima e la ritrova solo se guarda con concretezza alle attese delle persone».
La Meloni vuole rifinanziare l`Assegno familiare. Una buona notizia, no?
«Al governo, da ministra della Gioventù per tre anni, la Meloni non ha portato a casa una sola legge e una sola riforma per i giovani e le giovani famiglie e oggi si candida a premier usando le leggi e le riforme che io ho fatto con il governo Draghi. Che l`assegno unico e universale fosse una misura fondamentale per il nostro Paese, Meloni ce lo dice solo oggi e dice pure che la vuole aumentare del 50% con altri 6 miliardi. Se si candida a premier è bene che impari a fare i conti, almeno quelli elementari: l`assegno costa quasi 20 miliardi e aumentarlo del 50% ne costa 10, non 6. I proclami senza fondamento non servono a nessuno. Noi l`assegno unico e universale l`abbiamo fatto e ci impegniamo a rafforzarlo attuando l`intero Family Act».
Ma una donna premier non sarebbe un successo?
«Il tema non è la donna premier. Nel Terzo Polo ci sono molte donne co-leader, insieme a Calenda. La Meloni ha votato contro la parità salariale, in Ue, e non si è fatta scrupolo di ledere la dignità di una donna vittima di uno stupro e violata nella sua privacy, che, quindi, è stata due volte vittima. Una leader è tale se mette al centro delle politiche del Paese e del governo la vita delle donne. Noi abbiamo introdotto per la prima volta una Strategia per la parità di genere e grazie al lavoro di sinergia con le altre due ministre donne (Carfagna e Gelmini, ndr.) abbiamo investito in politiche per il lavoro femminile e di contrasto alla violenza contro le donne. A settembre l`Inps erogherà altri 9 milioni per il Reddito di libertà e lo abbiamo voluto noi».
Della polemica di Ferragni sull`aborto che dire?
«Le donne hanno bisogno di risposte, non di polemiche. La legge 194 va attuata integralmente e su tutto il territorio nazionale. L`aborto è una esperienza devastante e dolorosa in ogni donna. La dignità e libertà di scelta va rispettata sempre»