Bonetti spinge Moratti: «Sanità, educazione e trasporti i nostri campi d'azione»
Migliorare le infrastrutture e i trasporti, cambiando la gestione di Trenord, investire nella medicina di base, ma anche nelle scuole e nell'educazione, iniziando dagli asili nido. E poi, dare sostegno al settore agroalimentare e zootecnico e migliorare i servizi per i cittadini. Sono questi i temi principali sui quali ha insistito Elena Bonetti, vice presidente della Federazione del Terzo Polo, nonché deputato di Italia Viva e ex ministro per le Pari opportunità e il Famiglia, sia nel governo Conte che nel governo Draghi, oggi pomeriggio in città per sostenere la campagna per le elezioni regionali. Prima di incontrare a palazzo comunale i candidati e i simpatizzanti, l'esponente di spicco del Terzo Polo è stata nella nostra redazione per un'intervista.
Le sue iniziative per i diritti civili, come si conciliano con le posizioni di chiusura di Letizia Moratti, vostro candidato alla presidenza della Regione Lombardia, che ad esempio ha sempre detto di no al Gay Pride?
«Da ministra ho promosso i principi di eguaglianza e di libertà nel perimetro della Costituzione. Dopo anni di battaglie ideologiche, a destra e a sinistra, dove i temi sono stati usati come vessilli, il Terzo Polo sceglie la strada del pragmatismo, capace di conciliare i diritti individuali con quelli della società. Alla Lombardia serve un nuovo approccio politico che non parta dalle ideologie ma dal concreto vissuto delle persone».
La decisione del Terzo Polo di correre da solo spacca il bipolarismo e riconsegnerà la Lombardia al centrodestra: è stata una scelta per contare il consenso che raccoglierete?
«È una scelta per dare il meglio possibile ai cittadini. Fatta dopo il fallimento sulla prima gestione del Covid di Fontana-Gallera, salvati da Letizia Moratti, e dopo che il Pd ha scelto la deriva populista alleandosi con il M5S, che dice no ai termovalorizzatori, no alle infrastrutture e no ai 37 miliardi del Mes».
Di cosa ha bisogno la Lombardia?
«Nel campo della sanità, di medici di base, infermieri e servizi. Nel campo occupazionale, di lavoro per i giovani, ma per crearlo va rianimato il territorio».
In che modo?
«Potenziando le infrastrutture. Noi diciamo sì all'autostrada Cremona-Mantova e sì a connettere la regione con coerenza e rispetto per l'ambiente. Va cambiata la gestione fallimentare di Trenord, facendo una gara europea. Siamo gli unici a dirlo: Fontana e Majorino sono contrari».
La provincia di Cremona ha tra le sue eccellenze la zootecnia e l'agroalimentare, che stanno vivendo un periodo difficile. Quale è la vostra ricetta per andare in loro soccorso?
«Un sostegno immediato per reggere l'urto dell'emergenza causata dalla siccità della scorsa estate e dall'aumento dei costi di produzione. Poi, però, ci vuole una presa in carico sistemica e strutturale, insieme a forme innovative nell'allevamento e nell'agricoltura. Non si può sempre rimandare».
Il disegno del governo sull'autonomia favorirà la Lombardia?
«Al contrario, la danneggerà perché sarà più debole quando dovrà confrontarsi con contesti internazionali».